Lettera a te che non sai se tenerlo
Eccoci qua...sei rimasta incinta e non sai se tenerlo. Bene, questa lettera è per te.
Ho saputo che una delle mie amiche più care ha abortito dopo anni che l'aveva fatto. Poi mi è successa la stessa cosa con almeno altre 3 amiche. E ho capito che quel momento in cui devi prendere una decisione dev'essere di grande solitudine se non te la senti di parlarne nemmeno con le tue amiche più care. E così è più facile che vai a cercare informazioni utili sul web...Per questo scrivo questa lettera proprio per te: sono le riflessioni che mi sarebbe piaciuto fare con le mie amiche. E' una scelta molto grossa ed è importante avere piena consapevolezza di tutto quello che comporta. Se te la sentirai di fare una scelta forte come quella dell'aborto in piena consapevolezza allora non avrai poi probabilmente nulla da rimpiangere mai.
Lancio questa lettera in una bottiglia nel mare del web, nella speranza che la trovi proprio tu che stai vivendo quel momento.
Così, se non te la senti di parlarne con nessuno che conosci, qui puoi stare tranquilla, e puoi anche scrivermi anonimamente se hai bisogno di un confronto.
La mia lettera si snoda in mini-argomenti per tutto il sito.
Mi presento
Ci sono passata anch'io
Prima di tutto mi presento: sono Giulia Maria, una persona solare, incapace di stare ferma, piena di voglia di fare. Lavoro nel sociale, amo giocare a pallavolo, ballare, cantare, suonare. Amo l'autenticità nelle persone e cerco di fare tutto quello che posso per contribuire nel mio piccolo a realizzare le cose in cui credo.
Sono anche una mamma, ho un bambino di 10 anni di cui ti parlerò poi.
Se questo tema per il quale ti scrivo mi sta così a cuore è perchè ci sono passata anche io. Rimasi incinta nel più sbagliato dei momenti possibilmente sbagliati della mia vita in cui restare incinta.
Ero appena arrivata nella città in cui sognavo di trasferirmi da anni, ero stata selezionata proprio lì per un lavoro a cui tenevo tantissimo. Ma ancora non conoscevo nessuno, dovevo ancora trovare casa per cui non avevo nemmeno un coinquilino! Ero nel pieno della mia giovinezza, sognavo da anni di arrivare proprio lì, avevo un millione di cose che volevo fare ed era tutto nuovo, nemmeno conoscevo ancora i miei futuri colleghi. Tutti gli amici lontani, la famiglia lontana, il mio ragazzo addirittura in un’altra nazione (lui viveva ancora dove ci eravamo conosciuti, e quell’esserino nella mia pancia era il frutto di un saluto appassionato in un momento in cui i nostri destini ci stavano dividendo dopo 4 anni splendidi insieme...avevamo paura della distanza che ci avrebbe separati....avevamo paura che fosse un addio).
Il mio nuovo capo mi affidò subito un lavoro che mi teneva impegnata giorno e diverse notti della settimana. Il poco tempo che mi restava bastava giusto per mangiare, dormire, cercarmi una casa...per cui nonostante mi rendessi perfettamente conto che qualcosa di grosso stava succedendo dentro di me, non ci pensavo e basta. Rifiutavo proprio di pensarci, tanto avevo la testa piena di altro.
